28.02.2022

Esami da fare in gravidanza: analisi ed ecografie trimestre per trimestre

By Chilly

Tante sono le domande che si pongono i futuri genitori quando si parla degli esami da fare in gravidanza, necessari a valutarne il normale decorso e il benessere di mamma e bimbo.

L’iter che interessa la futura mamma si snoda lungo tutto il periodo della gravidanza e prevede degli esami “obbligatori”, consigliati dal nostro ministero della salute per tutte le donne in dolce attesa ad epoche prestabilite, e indagini “consigliate”, definite in maniera personale sulla base delle risposte delle indagini routinarie previste o sulla base della specifica storia personale e familiare. Compito del ginecologo è proprio quello di indagare l’eventuale necessità, caso per caso, di esami aggiuntivi non previsti dalle linee guida.

Di seguito vi forniamo una guida completa dei principali test da fare in gravidanza e della funzione specifica di ognuno di essi.

Al primo controllo clinico saranno prescritte una serie di indagini finalizzate a valutare:

- gruppo sanguigno e fattore Rh, anche del partner, per conoscere il rischio di una incompatibilità tra madre e feto;

- elettroforesi dell'emoglobina, anche al partner, per conoscere il rischio di avere un feto affetto da anemia mediterranea;

- condizione ematologica (emocromo completo, azotemia, esame delle urine);

- condizione metabolica e funzionalità epatica (glicemia, transaminasi, bilirubina, ecc.);

- screening infettivologico (anticorpi anti HIV,HCV, HbsAg, VDRL,TPHA, anticorpi antitoxoplasma, rosolia, citomegalovirus).

Ogni quanto fare gli esami del sangue in gravidanza? Le indagini ematochimiche verranno ripetute mensilmente mentre le indagini infettivologiche saranno ripetute mensilmente per toxoplasmosi, rosolia e citomegalovirus solo se la donna risulta non protetta verso una di queste infezioni, mentre le indagini per l’epatite verranno ripetute solo a termine di gestazione.

Esame delle urine in gravidanza

Tra gli esami obbligatori in gravidanza ritroviamo anche l’esame delle urine. L’analisi chimico-fisica delle urine e l’urinocoltura sono esami di semplice esecuzione che allo stesso tempo ci permettono di avere informazioni indirette sull’eventuale insorgenza di diabete gestazionale, pre-eclampsia oppure infezioni delle vie urinarie.

Pressione in gravidanza: quando misurarla?

Rientra tra i controlli necessari da eseguire in gravidanza anche la misurazione della pressione arteriosa che è una pratica semplice, da eseguire autonomamente ogni 3-4 giorni. Essa spesso rappresenta il modo migliore per diagnosticare casi di gestosi o pre-eclampsia, ma che spesso viene sottovalutata dalle pazienti e quindi disattesa.

Ogni donna in dolce attesa dovrebbe essere sensibilizzata al controllo domiciliare della pressione e, in caso di valori al di sopra di 140 mmHg per la massima e 90 mmHg per la minima, così da poi, eventualmente, contattare il proprio ginecologo per effettuare ulteriori approfondimenti.

Se si ha un rischio cardiovascolare aumentato, è raccomandato effettuare anche una visita cardiologica con elettrocardiogramma, da eseguire a inizio gravidanza. Ovviamente il medico, in caso di dubbi, può decidere di prescrivere ulteriori esami ed analisi.

Esami da fare in gravidanza: le ecografie

Tutte le donne in stato interessante devono eseguire gli esami ecografici offerti dal nostro sistema sanitario nazionale (SSN):

Quando fare la prima ecografia in gravidanza?

La prima ecografia, eseguita nel primo trimestre di gravidanza, permette di:

  • stabilire se la gravidanza è impiantata correttamente nel corpo uterino;
  • se è singola o multipla;
  • se è in normale evoluzione;
  • datare la gravidanza, cioè di definire l’esatta epoca di sviluppo dell’embrione, e quindi, la data presunta del parto.

Questa informazione è fondamentale perché permette di valutare in maniera obiettiva l’accrescimento del feto nelle epoche più avanzate di gravidanza.

Ecografia del secondo trimestre di gravidanza

La seconda ecografia va eseguita tra la diciannovesima e la ventunesima settimana di gravidanza. Questa ecografia è incentrata in particolar modo sullo studio della morfologia anatomica del feto e sulla ricerca di possibili malformazioni. Permette di avere informazioni fondamentali anche sulla localizzazione della placenta e sul volume del liquido amniotico. La donna deve comunque sapere che non tutte le patologie congenite sono diagnosticabili con l’ecografia, che alcune malformazioni si evidenziano in epoca più tardiva e che in alcuni casi la diagnosi è resa più complessa dalla presenza di condizioni sfavorevoli come il peso eccessivo o la riduzione del volume di liquido amniotico.

Ecografia del terzo trimestre di gravidanza

L'ecografia del terzo trimestre è finalizzata soprattutto a valutare il normale sviluppo del feto e il suo stato di benessere, mediante la valutazione di alcuni parametri morfologici e flussimetrici. Tale ecografia consente anche di identificare quelle malformazioni a evidenza più tardiva.

Diagnosi prenatale: cosa bisogna sapere

A tutte le donne in gravidanza deve essere spiegato in maniera attenta e completa l'entità del rischio di avere un figlio affetto da una patologia congenita, descrivendo le differenti tipologie di patologie ed illustrando tutte le indagini di screening o diagnostiche che possono essere eseguite.

È bene che poi sia lasciata ai futuri genitori la scelta di quali analisi eseguire, sulla base di quale “pacchetto di esami” si riveli migliore per la loro tranquillità e situazione specifica. Allo stato attuale le indagini sono essenzialmente rivolte alla ricerca di patologie cromosomiche (la più frequente è la sindrome di Down, caratterizzata dalla presenza nel patrimonio cromosomico del soggetto, di un cromosoma in più, il 21). Vi sono indagini di screening e indagini diagnostiche.

La valutazione ecografica, eseguita tra 11 e 13 settimane di gestazione, di uno specifico parametro chiamato "translucenza nucale" è utilizzata come screening precoce delle patologie cromosomiche. Questa misura ecografica viene generalmente abbinata al dosaggio nel sangue materno di due proteine di origine placentare, la frazione beta libera della gonadotropina corionica (Beta-hCG) e la proteina plasmatica A associata alla gravidanza (PAPP-A). L’insieme di ecografia e prelievo ematico materno viene chiamato “test combinato” e consente di stimare, in maniera statistica, il rischio personale di cromosomopatia. 

L'altro test di screening, che attualmente mostra una maggiore attendibilità (superiore al 90%) è identificato con la sigla NIPT. Questa sigla comprende una serie di indagini genetiche eseguite su sangue materno, in cui viene ricercata la frazione di sangue fetale presente e su questo vengono analizzati singoli cromosomi.

Questi test sono comunque test di screening, cioè non diagnostici, anche se hanno una attendibilità superiore al 90%, e pertanto non danno la certezza assoluta del risultato.

I test diagnostici, che permettono una diagnosi di certezza, sono ancora invasivi, cioè presentano un tasso di complicazioni, basso ma non zero, che possono portare in alcuni casi anche all’interruzione della gravidanza. Tra questi abbiamo l'amniocentesi, che consiste in un prelievo di liquido amniotico effettuato mediante l'inserzione di un ago all'interno della cavità uterina sotto controllo ecografico, attraverso la parete addominale, la cui epoca di esecuzione è tra 16 e 18 settimane. Fa parte della stessa categoria di test anche la villocentesi, il prelievo di cellule trofoblastiche, la cui epoca di esecuzione è verso la dodicesima settimana.

Altri esami gratuiti in gravidanza

Indagini aggiuntive possono essere richieste in specifiche situazioni, come il test di Coombs, nei casi a rischio di immunizzazione materno-fetale, o la curva da carico orale di glucosio, da effettuare verso la ventiquattresima settimana nelle donne a rischio anamnestico di sviluppare diabete gestazionale.

Ricordiamo che il diabete è una patologia che si slatentizza con lo stato di gravidanza, in particolar modo nelle donne gravide con familiarità diabetica. La curva viene eseguita facendo bere alla paziente una soluzione contenente 75 gr. di glucosio e misurando poi i livelli di glucosio nel sangue, all’inizio dell’esame, dopo una e due ore.

Nelle gravidanze complicate da diabete gestazionale, viene consigliato anche di eseguire routinariamente un ulteriore controllo ultrasonico, una ecocardiografia fetale, da effettuare tra 22 e 24 settimane. Tale indagine deve anche essere eseguita in quelle donne in cui lo studio del cuore fetale nel corso dell'ecografia del secondo trimestre non era stato rassicurante.

Qualora la futura mamma non abbia eseguito il pap-test recentemente, la gravidanza rappresenta un buon momento per effettuare questo screening.

È molto fitto, pertanto, il calendario degli esami da fare in gravidanza necessari a tutelare la salute della mamma e del piccolo, ma questi esami non devono assolutamente essere vissuti con ansia dalla futura coppia di genitori. Non deve succedere che la paura di ricevere una possibile "cattiva risposta” a un esame possa influire negativamente sul vissuto della gravidanza stessa: compito del ginecologo o dell'ostetrica è rassicurare la coppia, dando loro tutte le informazioni e chiarimenti richiesti al fine di mettere la donna nelle condizioni ottimali per affrontare al meglio questo momento unico della loro vita.

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