7 Febbraio 2022

Visita ginecologica: quali controlli fare in età fertile e ogni quanto?

Ai fini della prevenzione ginecologica, ogni donna dovrebbe fissare degli appuntamenti periodici di screening, che variano a seconda dell’età e della fase della vita in cui ci si trova.

In età fertile, l’ideale sarebbe sottoporsi ogni anno a una visita ginecologica, che potrà includere altri controlli di routine, come ad esempio l’ecografia transvaginale.

Ecco tutti i controlli ginecologici da fare in età fertile e con quale frequenza. Segnali sul calendario, così da non dimenticarli: la tua salute viene prima di tutto 😊

Cosa si intende per “età fertile”?

L’età fertile dura mediamente dai 16 ai 45 anni, ed è il periodo in cui la donna ha raggiunto la maturità sessuale e il pieno potenziale riproduttivo. Comincia con il primo ciclo mestruale (menarca) e termina con la menopausa (la cessazione delle mestruazioni e della capacità riproduttiva).

Visita ginecologica: ogni quanto farla?

Per molte ragazze, il primo approccio ginecologico avviene durante la pubertà, essendo frequenti in questa fase irregolarità mestruali. In ogni caso, il consiglio per tutte le donne in età fertile è quello di fissare un controllo ginecologico annuale che preveda l’esecuzione di una visita ginecologica di base, di un’ecografia pelvica e di un esame di screening del cancro del collo dell’utero.

Sottoporsi regolarmente a questi esami di routine è essenziale per identificare in modo precoce eventuali problemi, così da poter intervenire tempestivamente.

Visita ginecologica: cosa comprende?

Durante la visita, lo specialista indagherà le caratteristiche anatomiche dell’utero e delle ovaie e la presenza di eventuali infezioni o infiammazioni vaginali. Se lo riterrà necessario potrà anche seguire un tampone vaginale per la ricerca di germi comuni, o un tampone cervico-vaginale per la ricerca di microrganismi implicati nell’insorgenza di malattie sessualmente trasmissibili. L’esame viene effettuato per mezzo di un sottile bastoncino cotonato che ha il compito di catturare un campione di secrezioni vaginali o di cellule endocervicali che verrà esaminato in laboratorio.

Scopo di questi test è individuare tempestivamente eventuali infezioni a trasmissione sessuale (IST) che, se trascurate, possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità. Nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni che decorrono in maniera asintomatica, e questo aumenta la probabilità di contagio di altri individui sani e di cronicizzazione, con possibili conseguenze sulla funzione riproduttiva e con il rischio poi, in caso di gravidanza, di trasmissione verticale al feto. Una diagnosi precoce è quindi fondamentale per instaurare una terapia efficace per sconfiggere l’infezione ed evitarne la trasmissione.

Ecografia Transvaginale: cos’è, come funziona, ogni quanto farla

Alla visita ginecologica periodica suggerita durante l’età fertile è bene associare l’esecuzione di una ecografia pelvica, preferibilmente trans-vaginale. Questo esame, infatti, consente la diagnosi di una serie di condizioni che possono impattare sulla vita riproduttiva di una donna, quali fibromi, sospetti polipi endometriali, endometriosi, ovaio policistico. Individuare per tempo tali condizioni è essenziale per trattarle nel modo corretto e scongiurare problemi futuri.

Isteroscopia: cos’è e come funziona

L’isteroscopia è un esame che consente di studiare la cavità uterina in caso di sospette lesioni interne (come polipi, fibromi, setti uterini…). Si tratta di un esame quasi completamente indolore per la paziente che viene eseguito in ambulatorio. Esso si avvale dell’utilizzo di uno strumento (isteroscopio) che mediante una piccola ottica collegata a un sistema video consente di visualizzare la cavità uterina.

PAP Test: cos’è, come funziona, ogni quanto farlo

Tutte le donne dovrebbero eseguire il test di screening del tumore del collo dell’utero ogni 3 anni dopo l’inizio dell’attività sessuale, o dopo i 20 anni.

Allo stato attuale lo screening del cancro del collo dell’utero, classicamente identificato come PAP test dal nome del suo “inventore”, consiste nella valutazione morfologica delle cellule della giunzione squamo-colonnare (zona di passaggio tra la superficie esterna del collo e la mucosa dell’endocervice).

Questa indagine è rimasta il test di screening per tutte le donne di età inferiore ai 28 anni. Dopo tale età è stato sostituito dall’HPV test, che identifica le donne portatrici di un’infezione cervicale da HPV (come è noto il virus dell’HPV è considerato la principale causa del tumore del collo dell’utero). Solo nelle donne che risultano positive ad un ceppo ad alto rischio si esegue anche l’indagine citologica, indagine che sarà fatta in automatico sullo stesso prelievo dell’HPV test.

Autopalpazione del seno, importante strumento di prevenzione

Ogni donna dovrebbe effettuare con regolarità l’autopalpazione del seno,specie in caso di familiarità per il tumore della mammella o per tumori a esso correlati.Questa pratica consente di identificare precocemente eventuali anomalie e di ricorrere tempestivamente a una visita senologica e dell’ecografia mammaria bilaterale, al fine di identificare il prima possibile lesioni che hanno il potenziale di evolvere in cancro al seno.

Questi sono i principali controlli ed esami di routine che ogni donna dovrebbe effettuare in età fertile. Prendersi cura di sé e del proprio corpo è uno straordinario gesto di amore verso se stesse: segna gli appuntamenti in calendario fin da ora, in modo da non dimenticarne nessuno!

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