Fare la pace con i parenti o le amiche è una questione che non si pone: sono per sempre, alla fine in qualche modo si verrà a patti; è fare pace con il partner la faccenda scottante.
A dimostrazione non tanto della mia bontà d’animo quanto più della mia tontaggine e natura piangina, sono stata più io arrabbiata con loro che loro con me. Mi sono arrabbiata praticamente per qualsiasi cosa: torti gravissimi, sguardi irrispettosi, tradimenti sleali, regali sbagliati, mancanze di rispetto, mancanze di stima, mancanze di tatto, mancanze in generale, parole fraintese, cadenza della parlata, inflessioni dell’intonazione, timido tentativo di avere un’opinione diversa dalla mia, colore dei calzini, preferenza per i funghi cardoncelli, respiro pesante, sonno leggero.
Sono passata attraverso tutto lo spettro delle possibilità di riconciliazione: dall’inflessibilità per il trascurabile all’umiliazione per l’imperdonabile. Sono anche stata dall’altra parte del muro dello sgarbo: dall’ostinato non voler chiedere perdono alla lettera d’amore piena di rimorso e pentimento, cuore e frasi d’amore vero, lacrime e scuse.
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SCOPRI DI PIÙHo mandato messaggi schizofrenici, tipo:
- 14:04 (colorito): “Le tue valigie le ho lanciate in strada”
- 15:06 (vago): “Scusami, ho esagerato, possiamo vederci per chiarire?”
- 17:08 (furibondo): “AH, non mi hai neanche risposto, le ho ributtate giù”
Ogni lite ha la sua storia, ma quello che ho imparato da quando alleviavo i bronci con la dolcezza dei mignoli è che fare la pace da grandi è una questione di scale: se resto in basso sui pioli dell’orgoglio, non salirò mai sul gradino della sospensione delle ostilità; ma se ho amore solo per l’altro e mi arrampico scordandomi chi sono e che soffro di vertigini allora sto facendo una pace sbagliata.
Quando una nota bassa cresce e una alta discende, ci si incontra a metà scala, allora si supera il litigio e la pace che si stringe ci stringe per davvero.
Tre consigli per fare la pace:
- Sbollire come se il fuoco fosse stato spento sotto la pentola del rancore
- Indossare i panni dell’altro anche se la taglia è diversa
- Riconoscere il proprio torto senza rinunciare alle proprie ragioni
Ci riuscirete?