9 Giugno 2023

Storia degli assorbenti: chi li ha inventati? Come si faceva prima?

Oggi sicuramente viene spontaneo a tutte associare il periodo mestruale ai pratici assorbenti usa e getta, semplici da usare e facilissimi da reperire in ogni supermercato o farmacia. In realtà, questa comodità tutta femminile è stata una conquista lunga secoli, che ha visto le donne passare attraverso modi molto diversi di vivere i giorni del ciclo.

Le mestruazioni sono state un tabù per lungo tempo e con esse gli indispensabili “accessori” a esse collegati. Solo nei tempi più recenti il rapporto con la sessualità e il ciclo riproduttivo è diventato più libero e consapevole, portando gli assorbenti a evolversi da strumenti rudimentali alle innovative strisce di materiale super assorbente e anatomico che conosciamo.

Ma chi ha inventato gli assorbenti e qual è la loro storia?

Come si faceva quando non esistevano gli assorbenti?

Per capire la storia dell’assorbente bisogna partire da un presupposto: a essere completamente differenti da oggi, secoli fa, non erano solo i metodi per raccogliere il flusso mestruale, ma anche la cultura, il rapporto con i genitali e gli abiti stessi. Ad esempio, le mutande come le intendiamo oggi infatti non sono sempre esistite e l’assorbente che aderisce perfettamente agli slip è un’invenzione tutta moderna.

Le prime tracce di rudimentali assorbenti si possono però trovare già nell’antico Egitto, dove sembra che le donne usassero il papiro ammorbidito oppure il lino per arginare le perdite mestruali. Nell’antica Grecia e durante gli anni dell’Impero Romano venivano impiegate strisce di stoffa realizzate in diversi materiali, come pelli di animali, garza, lana, carta o addirittura muschio ed erba. Furono proprio le donne romane a sperimentare sotto le vesti le prime bende di lana da fissare a cinture legate in vita.

Durante il Medioevo, poi, anche solo parlare di mestruazioni era un tabù e il ciclo veniva vissuto come un segreto da nascondere. I metodi per assorbire il sangue mestruale erano diversi: alcune donne creavano degli speciali pantaloncini per tenere fermi dei panni assorbenti in cotone, oppure utilizzavano per lo scopo lo Sphagnum palustre, un particolare tipo di muschio dall’elevato potere assorbente. Tra le tattiche per celare il ciclo c’era anche quella di indossare spesso abiti di colore rosso, che potessero mimetizzare eventuali perdite impreviste.

A peggiorare la situazione, tra il 1600 e il 1700 si aggiunge il fatto che le condizioni igieniche generali non erano certo delle migliori. Le teorie sull’igiene e la diffusione dei germi erano a dir poco fantasiose: la detersione intima non era considerata prioritaria e, anzi, spesso per le donne toccare i propri genitali era un gesto privo di pudore! Si utilizzavano fragranze e unguenti dal forte profumo per coprire i cattivi odori, ma questo non rendeva certo più agevole la gestione dei giorni del ciclo.

Chi ha inventato gli assorbenti?

È solo nell’800 che hanno iniziato a farsi strada gli assorbenti come noi oggi li intendiamo, anche se ancora molto lontani dalle forme e dai materiali che oggi usiamo una volta al mese. Pare sia stato il lungimirante medico chirurgo Joseph Lister, alla fine del XIX secolo, a inventare degli assorbenti usa e getta e chiamarli Lister’s towels.

I tempi non erano però ancora maturi perché l’invenzione potesse avere il meritato successo e l’imbarazzo delle donne nell’acquistare questo genere di prodotti ne ha limitato parecchio la diffusione, prolungando l’uso di assorbenti fai da te, da lavare spesso e da tenere in posizione tramite spille da balia e cordini.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale alcune infermiere francesi hanno poi notato che uno speciale materiale usato per medicare le ferite aveva uno straordinario potere assorbente e hanno iniziato così a sfruttarlo per la produzione di assorbenti femminili. Si trattava del Cellucotton, commercializzato dall’azienda Kimberly-Clark, la quale negli anni post-bellici ha poi continuato la ricerca sul materiale sviluppando i primi veri assorbenti femminili capaci di avere diffusione di massa sul mercato: i celebri Kotex.

Questi accessori hanno preso piede a partire dal 1921, che si può definire come l’anno di invenzione degli assorbenti esterni dal reale successo commerciale – ma non certo l’anno in cui sono caduti i tabù ad essi legati: per favorire l’acquisto, l’azienda invitava i negozianti a lasciare i prodotti a disposizione nei loro punti vendita insieme a una scatola in cui le clienti potessero inserire il denaro, senza dover interagire con i commessi in cassa. A stimolarne la diffusione anche una sempre più evidente trasformazione dell’intimo femminile, con slip sgambati che rendevano più agevole il posizionamento di qualsiasi tipo di assorbente.

Assorbenti interni e coppette mestruali

È invece nei primi anni ‘30 che il medico americano, Earle Cleveland Haas, ha inventato il primo tampone interno, per facilitare alla moglie, ballerina classica, lo svolgimento della sua professione. Tale invenzione è stata poi registrata con il nome di Tampax e lanciata sul mercato solo nel 1936, grazie all’imprenditrice tedesca Gertrude Tendrich, che ha comprato il brand e il brevetto, fondando la società Tampax.

Forse non tutti sanno che è proprio negli stessi anni che viene brevettata anche la coppetta mestruale, che è tutt’altro che una scoperta dei giorni nostri. È stata infatti ideata da Leona W. Chalmers nel 1937, ma, come già era avvenuto per altre invenzioni del settore, fu inizialmente un flop, dati gli ancora radicati tabù legati alla sessualità femminile.

L’uso della coppetta e degli stessi assorbenti interni ha stentato ad avere successo, sia per una cultura ancora molto chiusa riguardo determinate tematiche, sia per preoccupazioni morali sulla verginità e sul rapporto con il proprio corpo.

Sono rimasti in voga ancora per molto tempo prevalentemente gli assorbenti esterni e, nel 1956, è stata l’afroamericana Mary Beatrice Davidson a brevettare la cintura sanitaria, o sanitary belt, più pratica e innovativa dei precedenti modelli e in grado di tenere perfettamente in posizione un assorbente impermeabile. A frenare l’uso di versioni più igieniche degli assorbenti interni ed esterni era anche la riluttanza verso i prodotti usa e getta, che ha resistito fino almeno agli anni ‘60: i consumatori erano scettici verso l’acquisto di oggetti da utilizzare una sola volta prima di buttarli.

Tra gli anni ‘80 e ‘90 però lo stile di vita sempre più dinamico e frenetico e la diversa partecipazione delle donne nella società ha reso fondamentale lo sdoganamento di metodi comodi e veloci per gestire il ciclo mestruale, che potessero evitare ricambi costanti di pezze e stoffe, nonché complicati lavaggi di tessuti intrisi di sangue. Si iniziano quindi a diffondere con sempre maggior convinzione gli assorbenti usa e getta dotati di strisce adesive nella parte posteriore per tenerli saldi in posizione.

Anche gli assorbenti interni sono diventati sempre più discreti, anallergici ed ergonomici ed è ricomparsa la coppetta mestruale, realizzata oggi in silicone atossico e sempre più apprezzata dalle donne di ogni età.

Insomma, nel giro di un secolo sono stati fatti enormi passi avanti nella gestione del ciclo mestruale, e noi ci auguriamo che ne seguano altri e altri ancora. Perché ogni donna possa vivere serenamente le mestruazioni, senza vergogna e sentendosi libera di parlarne con naturalezza, senza inutili tabù.

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