Se sono in ritardo, devo dare prova di rodato multitasking: mi faccio lo shampoo con la destra mentre mi passo la lametta con la sinistra, mi insapono di sopra mentre mi sciacquo di sotto, mi sposto come un tornado tra la vasca e il lavandino, restando in bilico come una parabola sul balcone, cercando di risparmiare preziosi secondi mentre mi metto contemporaneamente il deodorante sotto le ascelle e la crema sulle cosce, mulinando le braccia in aria come un karateka. Una volta ero sotto la doccia e mi stavo lavando i denti con tanta foga che mi è partito lo spazzolino come una fionda e ho imbiancato le pareti del bagno. Un’altra ho fatto tutto il perimetro del pavimento in scivolata, sono atterrata sulla schiena e una ciabatta mi è volata fuori dalla finestra.
Il Maligno è conosciuto con molti nomi, uno di questi è “Doccia shampoo tutto in uno”. Io non sono una ragazza da tutto in uno: anche quando il tempo stringe, ho un listino di prodotti specifici per ogni parte del corpo che applico seguendo un’etichetta rigidissima. Ancora più bello però è quando posso dedicarmi al sacro rituale del lavaggio purificante, da me stessa medesima inventato e brevettato, e usarli con calma uno per volta sdraiata nella vasca a Uomo vitruviano. Posso restare ammollo a contemplare le piastrelle del bagno fino a perdere il senso dell’esistenza, contare le bolle di sapone distesa come una sirena, cantare sotto il getto dell’acqua calda l’intero album doppio degli Smashing Pumpkins, leggere l’oroscopo, depilarmi con precisione chirurgica, scrubbarmi rilassata, occuparmi di ogni parte del mio corpo con lozioni dedicate: shampoo, balsamo, maschera, gel viso, detergente intimo, gommage per i gomiti, un succo se mi viene sete. Uso il detergente intimo sia quando sono in modalità scattista, sia quando inserisco la marcia meditativa: così come non mi laverei i denti con il balsamo o i capelli con il deodorante, non userei il bagnoschiuma proprio lì dove sono più delicata.

Capisco di essere a bagno da troppo tempo quando le mie dita diventano molli come bustine da tè e i vapori dell’acqua mi annebbiano la mente e le lenti a contatto; allora esco profumata e liscia come una modella di Sports Illustrated, e mi ci sono volute solo sei ore! Certo, a volte sono scivolata fuori dalla vasca che ero ormai una massa informe di materia e il risultato non è stato proprio lo stesso di una bellezza al bagno, ma vasca significa potersi fare i braccioli di schiuma! A volte mi disegno anche un reggiseno di bolle o delle bellissime ciabattine di sapone, uguali a quelle che ho lanciato fuori dalla finestra.
Non so scegliere cosa preferisco tra bagno e doccia, così a volte mi faccio la doccia nella vasca, certo gli accessori di schiuma sono una tentazione forte, ma con la condensa che si forma sul vetro del box posso interpretare ogni volta Rose DeWitt che tira una manata sul finestrino della macchina nel parcheggio del Titanic con Jack Dawson. Volete mettere? Non riesco proprio a decidermi.
Tre cose da portarsi sotto o in prossimità della doccia:
1. Telo per tamponare le mani e usare il cellulare
2. Spazzola per fare il microfono
3. Detergente intimo per esorcizzare il Malefico tutto in uno
Tutte noi portiamo queste cose, no?